Addio Marco, grazie per l'ultimo regalo alla tua città

TERAMO – E’ il momento dell’addio, quello vero. Dopo tre giorni di ricordi, racconti, lacrime, applausi, abbracci e sorrisi e dovunque un bagno di folla, Marco Pannella si avvia verso il riposo eterno nel camposanto di Cartecchio. Lo fa accompagnato da parole di intensa partecipazione del ‘suo’ sindaco, Brucchi, e da quello dell’Aquila, Cialente, i primi cittadini dei consigli che lo hanno visto partecipare alla vita amminstrativa su scelta del popolo. Il "ciao Marco" di entrambi arriva dopo solenni impegni e anche qualche mesa culpa. Brucchi è riuscito perfino a dire che in fondo, quel suo incatenarsi alla ruspa del Lotto 0 che molti ancora oggi gli addossano come onta per lo sviluppo della città, forse era stata l’ennesima intuizione di uno splendido uomo politico. Cialente lo ha ringraziato per essere precursore nella politica e nella civltà, visonario solo per altri che non avevano il coraggio di credderci come faceva lui. D’Alfonso vorrebbe «togliere Pannella dal tempo per consegnarlo all’immortalità, per condividerlo con gli altri che verranno dopo…», coltivare la preghiera laica di ricordarlo in segno di riconoscimento per quello che ha fatto nella vita: ha donato tutto il suo tempo per le questioni degli altri e nel medioevo questi come lui venivano definiti ‘santi; ha abracciato questioni partite vuoti della vita individuale e collettiva che altri non hanno saputo cogliere, lanciare e rilanciare, la partita dei diritti civili; ma sopr attutto transnazionalizzare la politica, attraverso la donazione di se stesso». Io ho incontrato lui nel 1992, io ero ragazzi e lui non sapeva di aver incontrato me: lui era gigante che dibatteva di giustizia con giganti in un paese del Chietino: solo lui riusciva a combatterci e a misurarsi con loro. Renzo Di Sabatino ha ricordato che il funerale di Pannella è stato l’ultimo regalo a Teramo e alla provincia di Teramo, di averci spianato la strada democratica con trasformazioni sociali che hanno cambiato le nostre vite: tu Marco – ha detto Di Sabatino –  parlavi degli altri quando noi volevamo parlare solo di noi, eri visonario e provocatorio, alleato politico impossibile per tanti, ma adorabile per moltissimi». Luciano D’Amico ha ricordato come Pannella abbia trasformato «in polifonica la discussione sui nuovi diritti in Italia», e come abbia contribuito «a renderci migliore: e quegli occhi gonfi di lacrime per quel grande abbracco e l’affetto che l’ateneo e la città intera gli tributavano con la laurea, ci hanno riempito di gioia dandoci l’impegno a ricordare quanto ha fatto per tutti noi. Per sempre».